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venerdì 24 giugno 2011

Intervista: Ziguline

Intervista per Ziguline.com per la personale di Palermo (2010) in compagnia di Kristy Fenton e altri personaggi della scena Witch house
http://www.ziguline.com/2010/11/15/108nero-witch-house-e-lokkvlt-art/

Palermo ospita lungo questo caldo novembre un doppio evento che vede protagonisti artisti e musicisti legati dal tentativo di trascendere il campo della conoscenza scientifica, investigando una dimensione intima, occulta e spirituale, tesa alla comprensione delle geometrie cosmiche. La sede è la galleria Zelle Arte Contemporanea ed il percorso inizia con “Agli antipodi della realtà”, sorta di sunto dell’attuale ricerca di un giovane artista italiano, conosciuto all’estero più che in patria, 108 o Larva108, artista fortemente influenzato dai graffiti dell’Europa neolitica, attivo dall’inizio del decennio con grandi interventi di arte pubblica in fabbriche dismesse ed aree rurali in Italia e in Europa. La mostra sposa opere monocrome ad inchiostro su carta frutto di un approccio maggiormente riflessivo, ad un grande wallpainting, una forma organica ed assolutamente nera.


Dottor Pira e Tothi

Una di quelle grandi “forme” che hanno reso 108 fortemente riconoscibile. Todd Brooks (Pendu BYC), Owleyes, Mario Zoots & Kristy Foom (Modern Witch), Mater Suspiria Vision, sono invece i 5 protagonisti di “Witch House & Okkvlt art” progetto espositivo che si dipana attraverso un’ampia serie di collages, ed un film “Surrealistica Uniferno” realizzato da Cosmotropia de Xam e sonorizzato da Mater Suspiria Vision. “Witch House” è l’ennesima definizione affibbiata dalla stampa internazionale, sempre in cerca di nuovi hype, ad una sottocultura nata attorno ad alcune lungimiranti label quali “Disaro”, “Pendu” e “Clan Destine Records”. Si tratta piuttosto di un nucleo di artisti che sposano sapientemente arte visiva e ricerca sonora, affondando le radici in un cut-up di riferimenti crowleyani e italo-disco, zombie movies ed estetica acida targata ’60, psicomagia, chaos magic, golden dawn, tarocchi e croci rovesciate, ma anche DIY ed estetica pop violentata e distorta.

Ecco quanto emerso dalle nutrite chiacchiere con i protagonisti del progetto:

La tua attuale ricerca è fortemente ispirata da atmosfere in bilico tra “sturm und drang” e “romanticismo”, così come da una dimensione occulta e sacrale. Ti riconosci in questa lettura?

108: Sicuramente è così. Alla base di tutti i miei lavori c’è un’ispirazione che parte principalmente da atmosfere, sogni, idee. Anche il lato spirituale è basilare in tutto quello che faccio. Non ho mai compreso l’arte che sia solo estetica fine a se stessa, intendo senza una sua anima. Le arti sono sempre state aperte della cultura umana, fin dal paleolitico e anche da prima, ed essa ha sempre avuto a che fare con la magia e la spiritualità. Il mio lavoro però si evolve in modo diverso, per lo meno a livello formale e in questo, se vogliamo parlare di movimenti storici, mi sento molto più vicino alle avanguardie dei primi del ’900 oppure all’arte primitiva dell’Europa neolitica e protostorica. Io poi ho sempre preferito lavorare all’aperto, in spazi pubblici urbani o rurali con interventi spontanei.


wallpainting - 108

Cosa fa la differenza tra il tuo progetto e i clichè della streeart?

108: Allora: il termine di base “street art” ha preso connotati per me completamente negativi negli ultimi anni, accomunando una serie di stereotipi che poi poche volte hanno a che fare con chi fa arte per le strade. Con street art si intende chi fa tele o peggio illustrazioni e decorazioni per scarpe e zainetti con pupazzetti e scritte colorate. In realtà “street art” significa “arte di strada” e fino a una decina d’anni fa era una parola come graffiti, ma che conteneva di tutto, dagli stencil ai poster alle sculture alle performance. Io conobbi questo termine tramite i poster e gli stencil dei CRASS nei primi anni ’90. Purtroppo come ti dicevo ora appena si sente la parola “street art” vengono im mente i pupazzetti e mi sento lontano anni luce da queste cose. A me interessa la ricerca, degli interventi urbani amo soprattutto il rapporto che si instaura tra artista e spazio pubblico e poi tra opera e pubblico… purtroppo sembra che a molti, anche in ambito artistico, interessi solo il lato pop e superficiale della cose, e tutto diventa così schifosamente banale.


108

Come vivi all’interno della tua ricerca il rapporto tra arte visiva e ricerca in ambito musicale?

108: Io vedo arte visiva e ricerca con i suoni come solo dei diversi media per dare un’espressione alle mie idee. Ci sono periodi in cui non riesco proprio a tirare fuori niente se mi metto a dipingere e allora disegno su carta. Altre volte nemmeno quello e allora prendo le mie macchine fotografiche ed esco, oppure mi metto a cercare dei suoni o da sola entra nella mia testa una melodia che devo buttare giù. Altre volte trascrivo i miei sogni e da li partono idee per dei piccoli testi. Il più delle volte che si tratti di un disegno, di un pezzo musicale o di un testo, l’idea di base arriva da sola e il mio lavoro è quello di fermarla in qualche modo. Mi piacerebbe in futuro la possibilità di avere più libertà di espressione a livello di mezzi senza dovere considerare i diversi media come delle piccole celle. Adesso per esempio, sono riuscito a pubblicare una raccolta di pezzi come Larva108, realizzati tra il 1999 e il 2009 su CD (“99.09 Inside the stones – Greytone) con disegni, foto e testi esplicativi. Mi piace l’idea che chi comprerà questo CD non comprerà solo un CD musicale, ma una specie di finestra attraverso cui intravedere i miei mondi.