http://www.ziguline.com/2010/11/15/108nero-witch-house-e-lokkvlt-art/
Palermo ospita lungo questo caldo novembre un doppio evento che vede protagonisti artisti e musicisti legati dal tentativo di trascendere il campo della conoscenza scientifica, investigando una dimensione intima, occulta e spirituale, tesa alla comprensione delle geometrie cosmiche. La sede è la galleria Zelle Arte Contemporanea ed il percorso inizia con “Agli antipodi della realtà”, sorta di sunto dell’attuale ricerca di un giovane artista italiano, conosciuto all’estero più che in patria, 108 o Larva108, artista fortemente influenzato dai graffiti dell’Europa neolitica, attivo dall’inizio del decennio con grandi interventi di arte pubblica in fabbriche dismesse ed aree rurali in Italia e in Europa. La mostra sposa opere monocrome ad inchiostro su carta frutto di un approccio maggiormente riflessivo, ad un grande wallpainting, una forma organica ed assolutamente nera.
Una di quelle grandi “forme” che hanno reso 108 fortemente riconoscibile. Todd Brooks (Pendu BYC), Owleyes, Mario Zoots & Kristy Foom (Modern Witch), Mater Suspiria Vision, sono invece i 5 protagonisti di “Witch House & Okkvlt art” progetto espositivo che si dipana attraverso un’ampia serie di collages, ed un film “Surrealistica Uniferno” realizzato da Cosmotropia de Xam e sonorizzato da Mater Suspiria Vision. “Witch House” è l’ennesima definizione affibbiata dalla stampa internazionale, sempre in cerca di nuovi hype, ad una sottocultura nata attorno ad alcune lungimiranti label quali “Disaro”, “Pendu” e “Clan Destine Records”. Si tratta piuttosto di un nucleo di artisti che sposano sapientemente arte visiva e ricerca sonora, affondando le radici in un cut-up di riferimenti crowleyani e italo-disco, zombie movies ed estetica acida targata ’60, psicomagia, chaos magic, golden dawn, tarocchi e croci rovesciate, ma anche DIY ed estetica pop violentata e distorta.
Ecco quanto emerso dalle nutrite chiacchiere con i protagonisti del progetto:
La tua attuale ricerca è fortemente ispirata da atmosfere in bilico tra “sturm und drang” e “romanticismo”, così come da una dimensione occulta e sacrale. Ti riconosci in questa lettura?
108: Sicuramente è così. Alla base di tutti i miei lavori c’è un’ispirazione che parte principalmente da atmosfere, sogni, idee. Anche il lato spirituale è basilare in tutto quello che faccio. Non ho mai compreso l’arte che sia solo estetica fine a se stessa, intendo senza una sua anima. Le arti sono sempre state aperte della cultura umana, fin dal paleolitico e anche da prima, ed essa ha sempre avuto a che fare con la magia e la spiritualità. Il mio lavoro però si evolve in modo diverso, per lo meno a livello formale e in questo, se vogliamo parlare di movimenti storici, mi sento molto più vicino alle avanguardie dei primi del ’900 oppure all’arte primitiva dell’Europa neolitica e protostorica. Io poi ho sempre preferito lavorare all’aperto, in spazi pubblici urbani o rurali con interventi spontanei.
Cosa fa la differenza tra il tuo progetto e i clichè della streeart?
108: Allora: il termine di base “street art” ha preso connotati per me completamente negativi negli ultimi anni, accomunando una serie di stereotipi che poi poche volte hanno a che fare con chi fa arte per le strade. Con street art si intende chi fa tele o peggio illustrazioni e decorazioni per scarpe e zainetti con pupazzetti e scritte colorate. In realtà “street art” significa “arte di strada” e fino a una decina d’anni fa era una parola come graffiti, ma che conteneva di tutto, dagli stencil ai poster alle sculture alle performance. Io conobbi questo termine tramite i poster e gli stencil dei CRASS nei primi anni ’90. Purtroppo come ti dicevo ora appena si sente la parola “street art” vengono im mente i pupazzetti e mi sento lontano anni luce da queste cose. A me interessa la ricerca, degli interventi urbani amo soprattutto il rapporto che si instaura tra artista e spazio pubblico e poi tra opera e pubblico… purtroppo sembra che a molti, anche in ambito artistico, interessi solo il lato pop e superficiale della cose, e tutto diventa così schifosamente banale.
Come vivi all’interno della tua ricerca il rapporto tra arte visiva e ricerca in ambito musicale?
108: Io vedo arte visiva e ricerca con i suoni come solo dei diversi media per dare un’espressione alle mie idee. Ci sono periodi in cui non riesco proprio a tirare fuori niente se mi metto a dipingere e allora disegno su carta. Altre volte nemmeno quello e allora prendo le mie macchine fotografiche ed esco, oppure mi metto a cercare dei suoni o da sola entra nella mia testa una melodia che devo buttare giù. Altre volte trascrivo i miei sogni e da li partono idee per dei piccoli testi. Il più delle volte che si tratti di un disegno, di un pezzo musicale o di un testo, l’idea di base arriva da sola e il mio lavoro è quello di fermarla in qualche modo. Mi piacerebbe in futuro la possibilità di avere più libertà di espressione a livello di mezzi senza dovere considerare i diversi media come delle piccole celle. Adesso per esempio, sono riuscito a pubblicare una raccolta di pezzi come Larva108, realizzati tra il 1999 e il 2009 su CD (“99.09 Inside the stones – Greytone) con disegni, foto e testi esplicativi. Mi piace l’idea che chi comprerà questo CD non comprerà solo un CD musicale, ma una specie di finestra attraverso cui intravedere i miei mondi.